L’attuale situazione macroeconomica mondiale risente ancora fortemente della crisi scoppiata nel 2008,
e le difficoltà a superare la recessione che è in atto si ripercuotono di conseguenza sulle imprese che lavorano sul nostro territorio.
La crisi d’impresa non è una situazione irreversibile, ma senza la tempestività e gli opportuni interventi
volti a correggere la situazione di dissesto, può diventarlo.
Di seguito, tratteremo le principali cause della crisi d’azienda e quali possono essere i meccanismi
per poter controllare l’andamento gestionale d’impresa.
Tra le principali cause:
-l’analisi di bilancio e i relativi indici economico-finanziari,
-il controllo di gestione e l’analisi dei costi,
-i modelli di scoring per la previsione di un possibile stato di insolvenza dell’impresa.
Il dissesto in molti casi può condurre al fallimento, del quale si presenta una trattazione con particolare riguardo
agli istituti di concordato fallimentare, preventivo e agli accordi di ristrutturazione del debito.
Tuttavia, le vie di risanamento
sono molteplici, in particolare vedremo cos’è il Turnaround Financing e le sue caratteristiche dal processo di investimento ai
vantaggi che questo tipo di ristrutturazione porta alle aziende.
E’ un insieme di attività tattiche e strategiche, per riportare un’azienda in equilibrio economico, finanziario e patrimoniale.
Si compone di:
-Attività industriali ed organizzative, per esempio revisione del portafoglio prodotti, cambiamento di strategia commerciale,
revisione dei costi, ri-modellizzazione dei processi produttivi, riorganizzazione aziendale, dei ruoli e delle responsabilità,
efficientamento dei processi amministrativi fino a dismissioni di unità di business
-Attività di rinegoziazione del debito (rimodulazione, piani di rientro o stralcio) con banche, fornitori, erario con o senza procedure concorsuali.
Grazie a questi interventi, è possibile agevolare il recupero di situazioni deteriorate, contribuendo concretamente
al mantenimento, almeno parziale, del valore economico dell’azienda in difficoltà e rimediando, così, a situazioni che altrimenti
sarebbero destinate a esiti gravosi sia dal punto di vista economico che sociale.
Normalmente, l’intervento del consulente di turnaround si suddivide in due fasi distinte:
nella prima, dopo aver identificato i fattori che hanno determinato la crisi, si cerca di ristabilire le condizioni di sopravvivenza,
con interventi sugli squilibri tra flussi di cassa attivi e passivi.
L’ottica, dunque, è prevalentemente di carattere finanziario, nel tentativo di eliminare eventuali condizioni di insolvenza e generare
un sufficiente livello di liquidità che consenta di uscire dalla situazione di “emergenza”.
Una volta superato questo primo momento, l’obiettivo dell’operatore sarà quello di rilanciare l’impresa, realizzando una serie di
interventi di carattere industriale e strategico, volti a riposizionare l’azienda sul mercato. Questo potrebbe implicare, ad esempio,
azioni volte al taglio dei costi, alla rifocalizzazione sul core business e alla dismissione di quelle parti di patrimonio o di quei
rami di azienda considerati non più strategicamente rilevanti e in grado di contribuire al rilancio dell’impresa.
Il processo di risanamento di un’azienda, dunque, è particolarmente articolato, implica differenti tipologie di intervento e coinvolge molteplici attori.
Extima Consulting in partnership con l’azienda cliente, si pone l’obiettivo di recuperare e rilanciare l’attività imprenditoriale mettendo in campo un team di professionalità specializzate nel ricreare il rapporto di fiducia tra azienda ed i propri stakeholder e di riportare la struttura a generare valore.
L’intervento Extima Consulting di rilancio dell’azienda in difficoltà parte sempre da una severa analisi dei dati interni e dal dialogo approfondito con coloro che ne fanno parte.
Questa fase coinvolge anche tutti gli stakeholder: fornitori, banche e clienti.